Questa cosa chiamata amore

promo 2cral

Teatro Niccolini
12/21 febbraio 2016
TRUMAN CAPOTE
QUESTA COSA CHIAMATA AMORE
di Massimo Sgorbani

 

con Gianluca Ferrato
costumi Fondazione Cerratelli e Laboratorio di scene e costumi del Teatro della Pergola
impianti e regia Emanuele Gamba
sede dell’evento Teatro Niccolini, Via Ricasoli 3 – Firenze
Orari 21.00, domenica 16.45.
Giorno di riposo: lunedì 15 febbraio
Truman Capote questa cosa chiamata amore è uno spettacolo su uno dei più grandi scrittori americani del ’900, autore di A sangue freddo, di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dalla prima pubblicazione.
“Tutta la letteratura è pettegolezzo”. Così Truman Capote liquidava con una delle sue abituali provocazioni anti-letterarie qualsiasi visione sacrale dell’arte e dell’artista. ‘Pettegolezzo’ inteso come svelamento di ciò che non si sa, indagine sui lati oscuri dell’America, in modo leggero e profondo, snob e vivace come un vodka martini. È il Capote più irriverente, infatti, quello che emerge da Truman Capote questa cosa chiamata amore, in cui Massimo Sgorbani disegna per Gianluca Ferrato, diretto da Emanuele Gamba, un dandy, un esibizionista, un personaggio pubblico prima ancora che un grande scrittore: l’anticonformista per eccellenza, che può permettersi di parlare con la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn Monroe, di Hemingway e Tennessee Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi successi e fallimenti.
Il suo stile, decadente, ironico e iconoclasta ha segnato la letteratura degli Stati Uniti. Truman Capote, geniale scrittore, giornalista e drammaturgo, è stato, dopo Hemingway, forse il più grande esempio di autore divenuto protagonista, e vittima, dello star system a stelle e strisce.
Dopo un’infanzia difficile e con l’aggravante, per l’America dell’epoca, dell’omosessualità, Capote, sotto i lustrini di feste e copertine di riviste, ha saputo raccontare tanto la frizzante società newyorkese, quanto il cuore più nero del suo Paese.
Poi alcol e droga hanno infiacchito il suo talento, a lungo cristallino e unico. Ma trent’anni dopo la sua morte, per cirrosi epatica nell’agosto del 1984, a neppure 60 anni di età, non possiamo che rimpiangere il suo genio e anche la sua candida e disperata voglia di stupire e, probabilmente, di essere apprezzato e amato.
“Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l’autoflagellazione”. Se per Capote il suo talento è stato una frusta, per tutti noi è stato solo piacere puro.
BIGLIETTI SCONTATI RISERVATI A CRAL:
posto unico 10 €
VALIDITÀ: la promozione è valida tutenotare e il settore. Aspettare quindi la conferma da parte dello staff.
PER INFORMAZIONI: Ufficio Comunicazione e Promozione Teatro della Pergola – 055 2264317

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